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martedì 29 dicembre 2009

I camion Fiat 690 e 693 hanno segnato un'epoca nel trasporto degli inerti dalle cave.

Nel 1982 lavoravo presso una Azienda locale di cantieri per l'estrazione e la lavorazione di ghiaie ed affini.
La consegna dei materiali inerti avveniva con autocarri di proprità della medesima Impresa,dotati di cassone ribaltabile posteriore.
Questi cassoni erano supportati dallo stesso telaio del mezzo che poteva trainare un rimorchio oppure l'automezzo aveva una ralla fissa alla quale veniva agganciato un semirimorchio: in tal caso il veicolo trainante viene tuttora definito trattore.
Il trattore, a seconda del tipo di trazione, veniva definito a sua volta stradale oppure a doppia trazione. Il primo ha la trazione su di un solo asse posteriore, pur potendo avere più assi sterzanti o di allegerimento(allestimenti Girelli e Bertoia), il secondo, oggi più conosciuto come "mezzo d'opera", è dotato di più assi, di cui due posteriori di traino. La trasmissione del traino è molto più pesante e robusta del primo e meglio si addatta alle esigenze di cantiere, essendo distribuita su 4 assi motrici. Il secondo asse di traino può essere bloccato sul proprio differenziale, così da poter trasmettere tutta la potenza su ogni tipo di terreno, anche in condizioni di scarsa aderenza.
L'Impresa aveva in dotazione un parco macchine di 52 autocarri ribaltabili. Erano appunto dei Fiat 690T, 693, 693T. Trasportavano un peso netto intorno alle 45/50 ton. di materiale inerte, consumavano relativamente poco avendo motorizzazioni a 6 cilindri con potenza di circa 180 cv: lanciati carichi o vuoti arrivavano alla velocità di 60/70 km/ora.
I Fiat 690 avevano un cambio meccanico manuale: l'operatore a mezzo di una leva innestava le 4 marce; avvalendosi di una seconda leva trasmetteva al cambio un innesto ridotto. In pratica, per partire e riprendere l'operatore era costretto a selezionare più marce per poter sfruttare la modesta potenza erogata dal motore; inoltre il cambio non era sincronizzato e quindi per poter passare da una marcia o mezza marcia alla succesiva, il pedale della frizione veniva premuto una prima volta per passare con la leva del cambio in folle, rilasciato con cambio in folle, premuto una seconda volta con cambio o leva del riduttore posizionata in marcia successiva e rilasciato. Questo avveniva sempre, per cui l'operatore con veicolo carico per passare dalla prima marcia ridotta alla ottava veloce premeva e rilasciava la frizione per ben 14 volte.
I Fiat 693, oltre ad essere automezzi già concepiti per uso cava e cantiere con la loro doppia trazione ed un sistema di balestre posteriori tipo cantilever, avevano un cambio sincronizzato e servoassistitito ad aria: la leva del riduttore era stata sostituita da un interruttore sotto il pomello del cambio.
Anche in questo caso l'operatore, pur dovendo cambiare avvalendosi delle marce ridotte, non era più costretto a passare per la folle e poteva scegliere la selezione ridotta o normale azionando una piccola leva ad interruttre in qualsiasi momento: solo premendo la frizione infatti avveniva la selezione.
Sul 690 la guida era a destra per favorire all'operatore le manovre in cantiere, il volante aveva un diametro maggiore di quelli moderni per diminuire lo sforzo sulle braccia, sul 693 la guida era già a sinistra, ma il volante era grande lo stesso.
Ricordo inoltre che esisteva il freno motore: una valvola a farfalla posizionata sullo scarico appena fuori del motore chiudeva lo stesso scarico, soffocando il motore e provocando una certa morbida resistenza all'avanzameno.
Nei 690 l'azionamento era naturalmente manuale con una leva posta sul cruscotto, mentre nei moderni 693 il dispositivo veniva comandato dal piede a mezzo di un bottone posto sul pavimento in corrispondenza del tacco sinistro.
Erano frequenti le rotture dei semiassi, degli alberi di trasmissione e delle balestre; l'usura delle ganasce dei freni a tamburo era veloce dati i carichi trasportati e la frequenza delle frenate. Per resistere al calore, la pasta costituente le ganasce era a base di amianto e rame. Ogni automezzo partiva dalla cava alle 5 del mattino e faceva ritorno dopo aver consegnato i viaggi assegnati, intorno alle19/19,30 della sera, percorrendo 400 km circa al giorno. Il sabato era destinato a turno per le manutenzioni, alle quali ogni operatore provvedeva personalmente.
Le ultime macchine descritte sono state alienate dall'impresa nel 1985, dopo aver percorso cadauna ben 1.200.000 km, sostituite dai Fiat 180,300,330 e Astra BM25.

Altri ricordi riguardano il personale che operava con questi mezzi, sempre disponibile, alle volte stanco, ma orgoglioso della propria professione, il personale dell'officina efficiente e generoso, il Titolare dell'Impresa a cui prima o dopo dedicherò per dovere ed affezione, più ampio spazio.

Il primo grande contributo.Saluti e buona notte.

lunedì 28 dicembre 2009

Ho già cambiato titolo al mio blog.

Quando familiari ed amici hanno saputo del mio tentativo di possedere un blog personale,pieni come al solito di invidia per le nascoste velleità alla scrittura del sottoscritto,mi hanno detto: cambia titolo,con questo non ti leggerà nessuno.
E difatti ho preparato assieme a loro il nuovo logo, le 6 M che garantiranno da oggi un marchio di qualità per quanti mi vorranno leggere e che ben presto diventeranno sette. Sette è sempre stato un bel numero da quando finalmente un 7 Luglio del 1977 sono riuscito a diplomarmi, 77 è sempre stato un numero di gara vincente con l'enduro e il trial e per ultima tutte le targhe possedute hanno sempre riportato almeno un sette.
Cabio argomento anche perchè scrivo a sensazione e non con una scaletta.

Non mi sembra vero e non riesco a trovare una spiegazione al fatto che ad esempio addesso nel mentre scrivo questi mie pensieri mi sembra di parlare davanti a più persone che incuriosite, stanno a sentire e loro malgrado provano a dare un senso a quello che dico.
Semplice no?

Con questa sensazione, vedo prossima un' idea sempre sognata , di arrivare un giorno a scrivere qualcosa di serio anche se devo ammetterlo
ho qualche scontro con la scrittura a bottone perchè fino a ieri per me, l'unica era la penna e la carta o meglio la matita , la cartae la gomma,ma non per questo mi fermerò ;mi rallenta anche la concentrazione allo scrivere in italiano corretto perchè da buon Veneto ho purtroppo l'abitudine di esprimermi con un vocabolario ristretto di termini e verbi. Questo blog dovrebbe aiutarmi nel superamento di queste aimè lacune!
Rileggedomi viene da pensare di aggiungere al titolo di oggi :"promesse da lupetto",ma io non mi bado, mi viene il buonumore e non vedo l'ora come al solito che arrivi domani per iniziare una nuova giornata.
Dal primo di gennaio, a proposito di "lupetti", si inizia a correre di nuovo:la maratona di Treviso è alle porte e gli allenamenti devono asolutamente iniziare: dovrei farcela in tre ore e quaranta!
Due volte la settimana 10 km o tre volte la settimana 8 km? Non ti rispondo,"lupetto"!
Buona serata a chi mi vuole bene

sabato 26 dicembre 2009

Natale con il mio blog personale.

Magari il Natale è già passato ,ma il clima ,le prossime feste,un po' di meritato riposo , rilassano e ti fanno fare qualcosa di alternativo. Ho pensato di aprire da oggi un blog personale dove raccontare qualcosa non so ancora a chi,ma l'idea mi garba: qualche esperienza di lavoro, di sport con passione per la corsa a piedi e le corse con moto da enduro in piste da cross o qualche cavalcata con il trial sulle dolomiti bellunesi,la passione per la meccanica e per il restauro edilizio di una vecchia struttura di montagna: di tutto un po' mi è sembrato il titolo giusto.Forse con la prossima uscita inizierò a scrivere qualche esperienza di lavoro visto che mi occupo ormai da più di trent'anni di movimento terra: proprio cosi'. Tutta la vita a dirigere cantieri di infrastrutture stradali e relative cave per circa un totale fino ad oggi di circa 4,5 milioni di metri cubi tra estratti e movimentati con qualsisi tipo di macchine e mezzi di trasporto. Lo defininisco uno tra i più bei mestieri del mondo e forse il più antico.
Il ricordare con attenti passaggi e memorie le macchine con le quali si lavorava trent'anni fa tipo le pale Cat 988 ,i cari escavatori a fune O&k,Fiorentini,Ruston, P&H,Comet,i dumper Perlini,gli autocarri OM Titano,Fiat690,693,697,300,330,Astra BM25 e tanti altri aiuterà i nostalgici a tenere viva la memoria delle vecchia glorie viste da bambino e incontrate per la strada tutti i giorni.
Sono proprio contento.Questa è per me una prova ,ma vedo che vado.
Alle prossime quindi e buone feste a tutti!