Rimango entusiasta ogni volta che mi tornano in mente episodi caratteristici ed alle volte difficili da raccontare perchè strani o meglio ancora incredibili, frutto di momenti ed esperienze di lavoro, vissute in questi anni trascorsi a muovere montagne di terre, ghiaie ed affini.
Quando parlo di movimento terra intendo tutte le operazioni che servono per l'escavo, il trasporto, la spinta di piccoli o grandi volumi di terra avvalendosi di macchine operatrici e più importante, di operatori delle stesse: personaggi con i quali tra passione, devozione ed orgoglio ho condiviso e sto condividendo esperienze attraverso uno dei mestieri più antichi delle storia.
Penso infatti che già l'uomo delle caverne fosse stato costretto a rimuovere con la sola propria forza, forse con l'ausilio di leve o marchingegni, qualche masso davanti alla propria abitazione oppure aprire qualche varco affinchè l'acqua piovana non invadesse il suo giaciglio!
E' proprio incontrando una delle persone che per me ha segnato i ricordi di un importante periodo di carriera professionale, che ho avuto lo spunto per scrivere e raccontare questa storiella.
La settimana scorsa infatti, nel procedere con i lavori per l'allargamento di un breve tratto di strada che collega la viabilità comunale ad un un sito di estrazione di ghiaie nella ridondante Provincia di Treviso, ho deciso di abbattere una trentina di alberi ed arbusti che nel tempo avevano invaso il tracciato.
Si trattava di acace, noccioli, salici e sambuco di modeste proporzioni, dai venti ai trenta centimetri di diametro con altezze intorno ai quattro, cinque metri, cresciuti col tempo nell'area interessata.
La mattina scendendo dalla vettura durante il solito sopralluogo in cantiere, ho incontrato appunto Gino, un anziano dipendente dell'Impresa, già da tempo in pensione e che ho avuto il piacere di avere anni fa nella stessa cava, con mansione di palista addetto al carico dei materiali inerti.
Gino è un uomo grande, longilineo, con dei bei lineamenti, un viso buono con occhi celesti, una persona generosa, con un carattere impulsivo ed una grande volontà.
Ha lavorato una vita e vive con la adorata moglie poco distante dal cantiere dove per anni ha svolto il proprio lavoro.
Manovrava una pala Caterpillar 988 A: una macchina gommata con pala anteriore da cinque metri cubi, con motore Caterpillar sei cilindri, capace di erogare 385 cavalli!
Per quegli anni, era il 1980, fu una delle più grandi pale in esercizio nel Veneto.
Ricordo che quando arrivò in cantiere, il mio Titolore mi disse: " .... moro, tutte le altre persone che fanno il tuo mestiere, per vedere una pala così devono andare a lavorare nei grandi cantieri dell'Africa, tu da oggi ce l'hai sotto casa, questo deve gratificarti più della paga...."
La macchina fu affidata per giusti meriti a Gino.
Gino iniziava il lavoro alle quattro e mezza di ogni mattina e terminava dopo la pausa del pranzo, alle sette della sera, dal lunedì al venerdì. Il sabato terminava un'ora prima la sera.
Infine ogni domenica mattina si recava in cantiere per eseguire le normali operazioni di controllo e manutenzione del mezzo.
Con la sua costanza e buona volontà, è riuscito a costruire e dare ai sui due figli, Ulisse ed Ernesto, una propria casa vicino alla sua, di grande bellezza e dimensioni.
Passando davanti scorgo tante volte i nipotini che corrono sul prato antistante o giocano col cane!
Ricordo che un giorno di settembre, ormai di trent'anni fa, dopo un torrido agosto passato in cava a produrre le riserve di inerti per l'inizio delle consegne dopo la pausa estiva, ero direttore delle cave ed il capocantiere di allora mi segalò di avere dei problemi in cava in quanto una delle pale stava affondando in un deposito di limo, ancora allo stato semiliquido. Subito accorso notai che la pala, una vecchia Cat 988 era ormai con le ruote sommerse nel fango del bacino di raccolta e decantazione delle acque provenienti dal lavaggio delle ghiaie.
L'operatore, certo Pasquale, ricordo che desolato mi prese da parte e mi spiegò che il Capo gli aveva ordinato di spingersi nel bacino per formare un nuova canale di flusso. Notai che Pasqule era molto contrariato dall'ordine impartitogli e dalla sua bocca udii quel giorno solo delle grandi imprecazioni!
Decisi quindi di attaccare una lunga fune metallica ad un grosso camion da cava, Dumper Perlini 366 alla guida del quale era il fratello di Gino: Bepi.
Il dumper zavorrato per il traino, scivolò anch'esso nel bacino e si piantò in modo peggiore della pala: ci trovavamo troppo distanti da un punto della pista dove agganciare una macchina gommata e le portanze del terreno erano basse; inoltre ricordo che gli effetti del peso dei pneumatici sul fondo di fango iniziavano ad essere allarmanti perchè dalle ormaie affluiva acqua in superficie.
Mi convinsi quindi a riporre le speranze di salvare le due macchine, trainandole con una ruspa Caterpillar D7. Agganciai al dumper di Bepi la cingolata. A sua volta il dumper era agganciato alla pala di Pasquale: la distanza tra le rispettive macchine era di circa una ventina di metri. Dopo vari inneficaci tentativi, all'imbrunire tutto rimaneva ancora immobile: peggio anche la D7 si piantò e sprofondò con i cingoli nell'insoportabile limo!
Più passava il tempo, più si insisteva nel tiro e più tutte le macchine sprofondavano come nelle sabbie mobili: non avevo il coraggio di avvertire il mio Titolare perchè già immaginavo il risultato.
Dovevo togliere il tutto prima possibile da quella brutta situazione.
Il capocantiere responsabile di simile pazzia era intanto sul fianco della pista, in silenzio:l'unica cosa che sovente ripeteva era che, ormai, da lì non avremmo più tolto niente e che era meglio trovarci tutti un altro impiego per il giorno seguente!
Da parte mia ormai non avevo tanto altro da escogitare, ma non avevo ancora chiesto lumi a Gino perchè egli era impegnato al carico degli automezzi in piazzale e non volevo distrarlo da quel lavoro in quanto c'erano ancora molti camion di terzi da caricare.
Gino dal canto suo, ogni tanto si soffermava e mi urlava: " ... preparami una fune più lunga che poi proviamo con la mia Cat 988!...."
In quegli anni si usava preparare le funi di fortuna, usando quelle dismesse dagli escavatori dragaline, non esistevano morsetti, erano di diametro da 24 o 26 millimetri. I trefoli andavano aperti dall'anima tessile centrale per poi essere intrecciati tra loro: avevo acquisito una certa esperienza nel prepararle, così ne attrezzai una lunga a ricordo una trentina di metri, così da permettere alla Cat 988 di Gino una trazione perfetta su un buon terreno.
Fu così che ormai nell'oscurità più completa, al mio ordine la pala di Gino riuscì dopo molti indugi a trainare la ruspa D7 alla quale era agganciato il dumper di Bepi e finalmente la pala di Pasquale: ogni macchina tainava l'altra con i potenti motori sotto sforzo, per un unico tiro di oltre 1800 cavalli!
Fu una sera di grande soddisfazione perchè oltre ai motori, di macchine e persone, con un unico tiro avevamo risolto un grande problema ed eravamo tutti molto contenti.
Il caponcantiere se ne ritornò a casa conservando il proprio posto di lavoro e noi, ricordo, si finì a casa di Gino per una bicchierata.
Dell'accaduto avvertii il titolare solo la mattina seguente!
In questo momento i due rispettivi figli di Gino, il figlio di Pasquale e la figlia di Bepi, coprono mansioni all'interno della stessa Impresa che ancora ho la soddisfazione di dirigere.
Gino invece si accontenta di comandare la squadra di pensionati, composta dai fedeli Bepi e Pasquale, impegnata nelle raccolta di legna da ardere nei luoghi in cui il sottoscritto decide ogni tanto, appositamente, di abbattere qualche albero così da avere ancora modo di ricompensarli ed avere la soddisfazione di vederli attivi!
Buona notte a tutti!
martedì 19 gennaio 2010
domenica 10 gennaio 2010
L'Epifania tutte le feste porta Via!
Dopo brevi giorni di lavoro intercalati tra domenica scorsa, l'Epifania e questa domenica, domani sarà per tutti quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro, il primo giorno produttivo, dopo tre settimane circa di vacanze natalizie.
Alle volte anche se gli interlocutori giudicano questa mia affermazione una pazzia, reputo una fortuna avere una professione come la mia che non permette soste molto lunghe, se non legate alle condizioni meteorologiche che già modificano tanti giorni dell'anno: anche queste però cerco di limitarle solo ai periodi piovosi, cercando di programmare se possibile le fasi del mero lavoro sulle terre, nelle giornate asciutte.
Tornando ai vacanzieri, voglio vederli domani mattina iniziare dopo il lungo ozio, anche se meritatato: the day after!
Anche se non ho, come ripeto, una esperienza di Vacanziere nel settore lavorativo paragono il ritorno al lavoro dei vacanzieri come l'inizio delle mia fase di allenamenti dopo il riposo prolungato costretto dalla stagione ed al fermo forzato per il sorgere di infiammazione ad Ernesto, il mio menisco destro.
Ho iniziato infatti con una seduta molto tranquilla per ritrovare fiato e ritmo della ultima uscita dell'anno scorso, ma ho il presentimento che ci vorrà ancora un bel mesetto di lavoro per arrivare ai risultati 2009!
Noto che manca principalmente il fiato, poi, appena riacquistato quest'ultimo, cedono le gambe e per ultima, visti i pessimi risultati cedono anche i nervi perchè non ti ritrovi più: mi auguro che domani non sia la stessa cosa per i Vacanzieri perchè se fosse così, la agognata ripresa dell' economia Nazionale subirebbe il netto ritardo di alcuni giorni, con ripercussioni in tutto il mondo!
Per i comuni mortali come me, nessun problema. Domani sarà una giornata da leone e l'intera settimana, vista l'agenda, non sembra niente male.
Concludo confermando che viste le ultime spaventose uscite, ho deciso di alternare la corsa a piedi, con uscite in Mtb.
La poderosa Bianchi è stata così portata da un preparatore locale, una volta chiamato meccanico di biciclette, assieme al quale è stato deciso di modificare l'assetto montando una forcella bloccabile, un tubo sella più performante per la pedalata in funzione della lunghezza delle mie gambe, la modifica dei rapporti più bassi del cambio e la sostituzione dei perni dei mozzi per una migliore scorrevolezza delle ruote.
Il tutto per raggiungere il risultato a fine febbraio, di trenta Km in un'ora e dieci primi con la Mtb e per lo stesso tempo, dieci Km di corsa a piedi: non prevedevo questo personale cedimento, anche se lo temevo.
La cattiva stagione infatti con tante giornate piovose, ha rallentato più gli allenamenti che il movimento terra: bello che l' Epifania tutte le feste porta via, chissà che si porti via anche la pioggia.
Buona settimana a tutti!
Alle volte anche se gli interlocutori giudicano questa mia affermazione una pazzia, reputo una fortuna avere una professione come la mia che non permette soste molto lunghe, se non legate alle condizioni meteorologiche che già modificano tanti giorni dell'anno: anche queste però cerco di limitarle solo ai periodi piovosi, cercando di programmare se possibile le fasi del mero lavoro sulle terre, nelle giornate asciutte.
Tornando ai vacanzieri, voglio vederli domani mattina iniziare dopo il lungo ozio, anche se meritatato: the day after!
Anche se non ho, come ripeto, una esperienza di Vacanziere nel settore lavorativo paragono il ritorno al lavoro dei vacanzieri come l'inizio delle mia fase di allenamenti dopo il riposo prolungato costretto dalla stagione ed al fermo forzato per il sorgere di infiammazione ad Ernesto, il mio menisco destro.
Ho iniziato infatti con una seduta molto tranquilla per ritrovare fiato e ritmo della ultima uscita dell'anno scorso, ma ho il presentimento che ci vorrà ancora un bel mesetto di lavoro per arrivare ai risultati 2009!
Noto che manca principalmente il fiato, poi, appena riacquistato quest'ultimo, cedono le gambe e per ultima, visti i pessimi risultati cedono anche i nervi perchè non ti ritrovi più: mi auguro che domani non sia la stessa cosa per i Vacanzieri perchè se fosse così, la agognata ripresa dell' economia Nazionale subirebbe il netto ritardo di alcuni giorni, con ripercussioni in tutto il mondo!
Per i comuni mortali come me, nessun problema. Domani sarà una giornata da leone e l'intera settimana, vista l'agenda, non sembra niente male.
Concludo confermando che viste le ultime spaventose uscite, ho deciso di alternare la corsa a piedi, con uscite in Mtb.
La poderosa Bianchi è stata così portata da un preparatore locale, una volta chiamato meccanico di biciclette, assieme al quale è stato deciso di modificare l'assetto montando una forcella bloccabile, un tubo sella più performante per la pedalata in funzione della lunghezza delle mie gambe, la modifica dei rapporti più bassi del cambio e la sostituzione dei perni dei mozzi per una migliore scorrevolezza delle ruote.
Il tutto per raggiungere il risultato a fine febbraio, di trenta Km in un'ora e dieci primi con la Mtb e per lo stesso tempo, dieci Km di corsa a piedi: non prevedevo questo personale cedimento, anche se lo temevo.
La cattiva stagione infatti con tante giornate piovose, ha rallentato più gli allenamenti che il movimento terra: bello che l' Epifania tutte le feste porta via, chissà che si porti via anche la pioggia.
Buona settimana a tutti!
venerdì 1 gennaio 2010
Capodanno di corsa.
Rispettando i programmi, oggi sono nuovamente uscito sul solito percorso, per iniziare l'allenamento che da tanto sognavo, ma con la scusa delle piogge, delle giornate corte e di un po' di cambiamenti al lavoro, avevo sospeso dal mese di ottobre. Non che avessi smesso di correre del tutto, ma qualche sporadica uscita, a questa età conta assai poco.
Considerata la data, non avevo immaginato di trovare tante altre persone per la strada ed invece molti oggi hanno avuto la mia stessa idea.
Dalla velocità con cui correvano quasi tutti quelli che ho avuto la felicità di incontrare, si desumeva la mancanza di allenamento, la quantità di pranzi e cene esagerate accompagnate da vini, liquori, dolcetti e quant'altro, a cui avevano partecipato, nel periodo delle feste di Natale.
Già, perchè anche a Ferragosto si fa festa, inteso come periodo di pausa e rilassamento, ma non si sta certamente delle ore tutti i giorni con le gambe sotto la tavola!
Comunque nelle espressioni del viso delle persone incontrate, ho notato la soddisfazione nel riuscire ad alzare i piedi uno per volta, riuscendo a muovere gambe e braccia sincronizzando il loro movimento in modo coordinato: nei loro volti il sorriso appariva spontaneo, nelle loro orecchie suonava gradita delle buona musica attraveso moderne apparecchiature magari portate da Babbo Natale sotto l'albero.
Fino alla fine di ottobre il percorso, sempre lo stesso con lunghezze variabili, non sembrava infinito. La corsa a piedi se fatta con un buon allenamento, appaga senza stancare troppo. Sebbene corro al massimo 10/12 km per allenamento, con tre modesti uscite settimanali riesco a tenermi in forma con poco sacrificio e sforzo.
Oggi lo sforzo è stato considerevole, il percorso non sembrava mai finire e anche se di buon umore, ai 9 km ero stanco e con le ginocchia un po' doloranti a causa, ne sono certo, di qualche chilo in più disperso quà e là.
Stop imposto quindi a pranzi e cene, panettoni e quant'altro; da domani si cambia registro : senza penare e diventare maniaci si deve ritornare ad una alimentazione sana e corretta.
Pasta, insalata e bistecca, senza sacrificare qualche buon bicchiere bevuto in compagnia, contribuiscono in poco tempo alla rifasatura generale del corpo senza cali di energia.
Qualche isotonico prima o durante la corsa diminuisce la possibilità di crampi.
Qualche altra giornata di ferie, chissà quale altra cavolata mi farà scrivere!
Notte buona a tutti.
Considerata la data, non avevo immaginato di trovare tante altre persone per la strada ed invece molti oggi hanno avuto la mia stessa idea.
Dalla velocità con cui correvano quasi tutti quelli che ho avuto la felicità di incontrare, si desumeva la mancanza di allenamento, la quantità di pranzi e cene esagerate accompagnate da vini, liquori, dolcetti e quant'altro, a cui avevano partecipato, nel periodo delle feste di Natale.
Già, perchè anche a Ferragosto si fa festa, inteso come periodo di pausa e rilassamento, ma non si sta certamente delle ore tutti i giorni con le gambe sotto la tavola!
Comunque nelle espressioni del viso delle persone incontrate, ho notato la soddisfazione nel riuscire ad alzare i piedi uno per volta, riuscendo a muovere gambe e braccia sincronizzando il loro movimento in modo coordinato: nei loro volti il sorriso appariva spontaneo, nelle loro orecchie suonava gradita delle buona musica attraveso moderne apparecchiature magari portate da Babbo Natale sotto l'albero.
Fino alla fine di ottobre il percorso, sempre lo stesso con lunghezze variabili, non sembrava infinito. La corsa a piedi se fatta con un buon allenamento, appaga senza stancare troppo. Sebbene corro al massimo 10/12 km per allenamento, con tre modesti uscite settimanali riesco a tenermi in forma con poco sacrificio e sforzo.
Oggi lo sforzo è stato considerevole, il percorso non sembrava mai finire e anche se di buon umore, ai 9 km ero stanco e con le ginocchia un po' doloranti a causa, ne sono certo, di qualche chilo in più disperso quà e là.
Stop imposto quindi a pranzi e cene, panettoni e quant'altro; da domani si cambia registro : senza penare e diventare maniaci si deve ritornare ad una alimentazione sana e corretta.
Pasta, insalata e bistecca, senza sacrificare qualche buon bicchiere bevuto in compagnia, contribuiscono in poco tempo alla rifasatura generale del corpo senza cali di energia.
Qualche isotonico prima o durante la corsa diminuisce la possibilità di crampi.
Qualche altra giornata di ferie, chissà quale altra cavolata mi farà scrivere!
Notte buona a tutti.
martedì 29 dicembre 2009
I camion Fiat 690 e 693 hanno segnato un'epoca nel trasporto degli inerti dalle cave.
Nel 1982 lavoravo presso una Azienda locale di cantieri per l'estrazione e la lavorazione di ghiaie ed affini.
La consegna dei materiali inerti avveniva con autocarri di proprità della medesima Impresa,dotati di cassone ribaltabile posteriore.
Questi cassoni erano supportati dallo stesso telaio del mezzo che poteva trainare un rimorchio oppure l'automezzo aveva una ralla fissa alla quale veniva agganciato un semirimorchio: in tal caso il veicolo trainante viene tuttora definito trattore.
Il trattore, a seconda del tipo di trazione, veniva definito a sua volta stradale oppure a doppia trazione. Il primo ha la trazione su di un solo asse posteriore, pur potendo avere più assi sterzanti o di allegerimento(allestimenti Girelli e Bertoia), il secondo, oggi più conosciuto come "mezzo d'opera", è dotato di più assi, di cui due posteriori di traino. La trasmissione del traino è molto più pesante e robusta del primo e meglio si addatta alle esigenze di cantiere, essendo distribuita su 4 assi motrici. Il secondo asse di traino può essere bloccato sul proprio differenziale, così da poter trasmettere tutta la potenza su ogni tipo di terreno, anche in condizioni di scarsa aderenza.
L'Impresa aveva in dotazione un parco macchine di 52 autocarri ribaltabili. Erano appunto dei Fiat 690T, 693, 693T. Trasportavano un peso netto intorno alle 45/50 ton. di materiale inerte, consumavano relativamente poco avendo motorizzazioni a 6 cilindri con potenza di circa 180 cv: lanciati carichi o vuoti arrivavano alla velocità di 60/70 km/ora.
I Fiat 690 avevano un cambio meccanico manuale: l'operatore a mezzo di una leva innestava le 4 marce; avvalendosi di una seconda leva trasmetteva al cambio un innesto ridotto. In pratica, per partire e riprendere l'operatore era costretto a selezionare più marce per poter sfruttare la modesta potenza erogata dal motore; inoltre il cambio non era sincronizzato e quindi per poter passare da una marcia o mezza marcia alla succesiva, il pedale della frizione veniva premuto una prima volta per passare con la leva del cambio in folle, rilasciato con cambio in folle, premuto una seconda volta con cambio o leva del riduttore posizionata in marcia successiva e rilasciato. Questo avveniva sempre, per cui l'operatore con veicolo carico per passare dalla prima marcia ridotta alla ottava veloce premeva e rilasciava la frizione per ben 14 volte.
I Fiat 693, oltre ad essere automezzi già concepiti per uso cava e cantiere con la loro doppia trazione ed un sistema di balestre posteriori tipo cantilever, avevano un cambio sincronizzato e servoassistitito ad aria: la leva del riduttore era stata sostituita da un interruttore sotto il pomello del cambio.
Anche in questo caso l'operatore, pur dovendo cambiare avvalendosi delle marce ridotte, non era più costretto a passare per la folle e poteva scegliere la selezione ridotta o normale azionando una piccola leva ad interruttre in qualsiasi momento: solo premendo la frizione infatti avveniva la selezione.
Sul 690 la guida era a destra per favorire all'operatore le manovre in cantiere, il volante aveva un diametro maggiore di quelli moderni per diminuire lo sforzo sulle braccia, sul 693 la guida era già a sinistra, ma il volante era grande lo stesso.
Ricordo inoltre che esisteva il freno motore: una valvola a farfalla posizionata sullo scarico appena fuori del motore chiudeva lo stesso scarico, soffocando il motore e provocando una certa morbida resistenza all'avanzameno.
Nei 690 l'azionamento era naturalmente manuale con una leva posta sul cruscotto, mentre nei moderni 693 il dispositivo veniva comandato dal piede a mezzo di un bottone posto sul pavimento in corrispondenza del tacco sinistro.
Erano frequenti le rotture dei semiassi, degli alberi di trasmissione e delle balestre; l'usura delle ganasce dei freni a tamburo era veloce dati i carichi trasportati e la frequenza delle frenate. Per resistere al calore, la pasta costituente le ganasce era a base di amianto e rame. Ogni automezzo partiva dalla cava alle 5 del mattino e faceva ritorno dopo aver consegnato i viaggi assegnati, intorno alle19/19,30 della sera, percorrendo 400 km circa al giorno. Il sabato era destinato a turno per le manutenzioni, alle quali ogni operatore provvedeva personalmente.
Le ultime macchine descritte sono state alienate dall'impresa nel 1985, dopo aver percorso cadauna ben 1.200.000 km, sostituite dai Fiat 180,300,330 e Astra BM25.
Altri ricordi riguardano il personale che operava con questi mezzi, sempre disponibile, alle volte stanco, ma orgoglioso della propria professione, il personale dell'officina efficiente e generoso, il Titolare dell'Impresa a cui prima o dopo dedicherò per dovere ed affezione, più ampio spazio.
Il primo grande contributo.Saluti e buona notte.
La consegna dei materiali inerti avveniva con autocarri di proprità della medesima Impresa,dotati di cassone ribaltabile posteriore.
Questi cassoni erano supportati dallo stesso telaio del mezzo che poteva trainare un rimorchio oppure l'automezzo aveva una ralla fissa alla quale veniva agganciato un semirimorchio: in tal caso il veicolo trainante viene tuttora definito trattore.
Il trattore, a seconda del tipo di trazione, veniva definito a sua volta stradale oppure a doppia trazione. Il primo ha la trazione su di un solo asse posteriore, pur potendo avere più assi sterzanti o di allegerimento(allestimenti Girelli e Bertoia), il secondo, oggi più conosciuto come "mezzo d'opera", è dotato di più assi, di cui due posteriori di traino. La trasmissione del traino è molto più pesante e robusta del primo e meglio si addatta alle esigenze di cantiere, essendo distribuita su 4 assi motrici. Il secondo asse di traino può essere bloccato sul proprio differenziale, così da poter trasmettere tutta la potenza su ogni tipo di terreno, anche in condizioni di scarsa aderenza.
L'Impresa aveva in dotazione un parco macchine di 52 autocarri ribaltabili. Erano appunto dei Fiat 690T, 693, 693T. Trasportavano un peso netto intorno alle 45/50 ton. di materiale inerte, consumavano relativamente poco avendo motorizzazioni a 6 cilindri con potenza di circa 180 cv: lanciati carichi o vuoti arrivavano alla velocità di 60/70 km/ora.
I Fiat 690 avevano un cambio meccanico manuale: l'operatore a mezzo di una leva innestava le 4 marce; avvalendosi di una seconda leva trasmetteva al cambio un innesto ridotto. In pratica, per partire e riprendere l'operatore era costretto a selezionare più marce per poter sfruttare la modesta potenza erogata dal motore; inoltre il cambio non era sincronizzato e quindi per poter passare da una marcia o mezza marcia alla succesiva, il pedale della frizione veniva premuto una prima volta per passare con la leva del cambio in folle, rilasciato con cambio in folle, premuto una seconda volta con cambio o leva del riduttore posizionata in marcia successiva e rilasciato. Questo avveniva sempre, per cui l'operatore con veicolo carico per passare dalla prima marcia ridotta alla ottava veloce premeva e rilasciava la frizione per ben 14 volte.
I Fiat 693, oltre ad essere automezzi già concepiti per uso cava e cantiere con la loro doppia trazione ed un sistema di balestre posteriori tipo cantilever, avevano un cambio sincronizzato e servoassistitito ad aria: la leva del riduttore era stata sostituita da un interruttore sotto il pomello del cambio.
Anche in questo caso l'operatore, pur dovendo cambiare avvalendosi delle marce ridotte, non era più costretto a passare per la folle e poteva scegliere la selezione ridotta o normale azionando una piccola leva ad interruttre in qualsiasi momento: solo premendo la frizione infatti avveniva la selezione.
Sul 690 la guida era a destra per favorire all'operatore le manovre in cantiere, il volante aveva un diametro maggiore di quelli moderni per diminuire lo sforzo sulle braccia, sul 693 la guida era già a sinistra, ma il volante era grande lo stesso.
Ricordo inoltre che esisteva il freno motore: una valvola a farfalla posizionata sullo scarico appena fuori del motore chiudeva lo stesso scarico, soffocando il motore e provocando una certa morbida resistenza all'avanzameno.
Nei 690 l'azionamento era naturalmente manuale con una leva posta sul cruscotto, mentre nei moderni 693 il dispositivo veniva comandato dal piede a mezzo di un bottone posto sul pavimento in corrispondenza del tacco sinistro.
Erano frequenti le rotture dei semiassi, degli alberi di trasmissione e delle balestre; l'usura delle ganasce dei freni a tamburo era veloce dati i carichi trasportati e la frequenza delle frenate. Per resistere al calore, la pasta costituente le ganasce era a base di amianto e rame. Ogni automezzo partiva dalla cava alle 5 del mattino e faceva ritorno dopo aver consegnato i viaggi assegnati, intorno alle19/19,30 della sera, percorrendo 400 km circa al giorno. Il sabato era destinato a turno per le manutenzioni, alle quali ogni operatore provvedeva personalmente.
Le ultime macchine descritte sono state alienate dall'impresa nel 1985, dopo aver percorso cadauna ben 1.200.000 km, sostituite dai Fiat 180,300,330 e Astra BM25.
Altri ricordi riguardano il personale che operava con questi mezzi, sempre disponibile, alle volte stanco, ma orgoglioso della propria professione, il personale dell'officina efficiente e generoso, il Titolare dell'Impresa a cui prima o dopo dedicherò per dovere ed affezione, più ampio spazio.
Il primo grande contributo.Saluti e buona notte.
lunedì 28 dicembre 2009
Ho già cambiato titolo al mio blog.
Quando familiari ed amici hanno saputo del mio tentativo di possedere un blog personale,pieni come al solito di invidia per le nascoste velleità alla scrittura del sottoscritto,mi hanno detto: cambia titolo,con questo non ti leggerà nessuno.
E difatti ho preparato assieme a loro il nuovo logo, le 6 M che garantiranno da oggi un marchio di qualità per quanti mi vorranno leggere e che ben presto diventeranno sette. Sette è sempre stato un bel numero da quando finalmente un 7 Luglio del 1977 sono riuscito a diplomarmi, 77 è sempre stato un numero di gara vincente con l'enduro e il trial e per ultima tutte le targhe possedute hanno sempre riportato almeno un sette.
Cabio argomento anche perchè scrivo a sensazione e non con una scaletta.
Non mi sembra vero e non riesco a trovare una spiegazione al fatto che ad esempio addesso nel mentre scrivo questi mie pensieri mi sembra di parlare davanti a più persone che incuriosite, stanno a sentire e loro malgrado provano a dare un senso a quello che dico.
Semplice no?
Con questa sensazione, vedo prossima un' idea sempre sognata , di arrivare un giorno a scrivere qualcosa di serio anche se devo ammetterlo
ho qualche scontro con la scrittura a bottone perchè fino a ieri per me, l'unica era la penna e la carta o meglio la matita , la cartae la gomma,ma non per questo mi fermerò ;mi rallenta anche la concentrazione allo scrivere in italiano corretto perchè da buon Veneto ho purtroppo l'abitudine di esprimermi con un vocabolario ristretto di termini e verbi. Questo blog dovrebbe aiutarmi nel superamento di queste aimè lacune!
Rileggedomi viene da pensare di aggiungere al titolo di oggi :"promesse da lupetto",ma io non mi bado, mi viene il buonumore e non vedo l'ora come al solito che arrivi domani per iniziare una nuova giornata.
Dal primo di gennaio, a proposito di "lupetti", si inizia a correre di nuovo:la maratona di Treviso è alle porte e gli allenamenti devono asolutamente iniziare: dovrei farcela in tre ore e quaranta!
Due volte la settimana 10 km o tre volte la settimana 8 km? Non ti rispondo,"lupetto"!
Buona serata a chi mi vuole bene
E difatti ho preparato assieme a loro il nuovo logo, le 6 M che garantiranno da oggi un marchio di qualità per quanti mi vorranno leggere e che ben presto diventeranno sette. Sette è sempre stato un bel numero da quando finalmente un 7 Luglio del 1977 sono riuscito a diplomarmi, 77 è sempre stato un numero di gara vincente con l'enduro e il trial e per ultima tutte le targhe possedute hanno sempre riportato almeno un sette.
Cabio argomento anche perchè scrivo a sensazione e non con una scaletta.
Non mi sembra vero e non riesco a trovare una spiegazione al fatto che ad esempio addesso nel mentre scrivo questi mie pensieri mi sembra di parlare davanti a più persone che incuriosite, stanno a sentire e loro malgrado provano a dare un senso a quello che dico.
Semplice no?
Con questa sensazione, vedo prossima un' idea sempre sognata , di arrivare un giorno a scrivere qualcosa di serio anche se devo ammetterlo
ho qualche scontro con la scrittura a bottone perchè fino a ieri per me, l'unica era la penna e la carta o meglio la matita , la cartae la gomma,ma non per questo mi fermerò ;mi rallenta anche la concentrazione allo scrivere in italiano corretto perchè da buon Veneto ho purtroppo l'abitudine di esprimermi con un vocabolario ristretto di termini e verbi. Questo blog dovrebbe aiutarmi nel superamento di queste aimè lacune!
Rileggedomi viene da pensare di aggiungere al titolo di oggi :"promesse da lupetto",ma io non mi bado, mi viene il buonumore e non vedo l'ora come al solito che arrivi domani per iniziare una nuova giornata.
Dal primo di gennaio, a proposito di "lupetti", si inizia a correre di nuovo:la maratona di Treviso è alle porte e gli allenamenti devono asolutamente iniziare: dovrei farcela in tre ore e quaranta!
Due volte la settimana 10 km o tre volte la settimana 8 km? Non ti rispondo,"lupetto"!
Buona serata a chi mi vuole bene
sabato 26 dicembre 2009
Natale con il mio blog personale.
Magari il Natale è già passato ,ma il clima ,le prossime feste,un po' di meritato riposo , rilassano e ti fanno fare qualcosa di alternativo. Ho pensato di aprire da oggi un blog personale dove raccontare qualcosa non so ancora a chi,ma l'idea mi garba: qualche esperienza di lavoro, di sport con passione per la corsa a piedi e le corse con moto da enduro in piste da cross o qualche cavalcata con il trial sulle dolomiti bellunesi,la passione per la meccanica e per il restauro edilizio di una vecchia struttura di montagna: di tutto un po' mi è sembrato il titolo giusto.Forse con la prossima uscita inizierò a scrivere qualche esperienza di lavoro visto che mi occupo ormai da più di trent'anni di movimento terra: proprio cosi'. Tutta la vita a dirigere cantieri di infrastrutture stradali e relative cave per circa un totale fino ad oggi di circa 4,5 milioni di metri cubi tra estratti e movimentati con qualsisi tipo di macchine e mezzi di trasporto. Lo defininisco uno tra i più bei mestieri del mondo e forse il più antico.
Il ricordare con attenti passaggi e memorie le macchine con le quali si lavorava trent'anni fa tipo le pale Cat 988 ,i cari escavatori a fune O&k,Fiorentini,Ruston, P&H,Comet,i dumper Perlini,gli autocarri OM Titano,Fiat690,693,697,300,330,Astra BM25 e tanti altri aiuterà i nostalgici a tenere viva la memoria delle vecchia glorie viste da bambino e incontrate per la strada tutti i giorni.
Sono proprio contento.Questa è per me una prova ,ma vedo che vado.
Alle prossime quindi e buone feste a tutti!
Il ricordare con attenti passaggi e memorie le macchine con le quali si lavorava trent'anni fa tipo le pale Cat 988 ,i cari escavatori a fune O&k,Fiorentini,Ruston, P&H,Comet,i dumper Perlini,gli autocarri OM Titano,Fiat690,693,697,300,330,Astra BM25 e tanti altri aiuterà i nostalgici a tenere viva la memoria delle vecchia glorie viste da bambino e incontrate per la strada tutti i giorni.
Sono proprio contento.Questa è per me una prova ,ma vedo che vado.
Alle prossime quindi e buone feste a tutti!
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